Giallombardo è il nuovo Sindaco di Ficarazzi
La gente ha scelto la novità rispetto all’egemonia degli ultimi due Sindaci
➡️ Alla fine ha prevalso nettamente Giovanni Giallombardo. D’altra parte una sola era la strada che portava al cambiamento, e cioè quella di eleggere un Sindaco nuovo, anche perché la maggior parte dei suoi consiglieri e dei futuri assessori hanno governato o appoggiato i due sindaci che hanno amministrato negli ultimi 20 anni. Al bando ogni ipocrisia, perché basterebbe andare su You Tube per ascoltare gli attestati di stima, con tanto di sviolinate, nei confronti del candidato Sindaco Pino Cannizzaro - durante la campagna elettorale del 2017 – da parte di coloro che hanno appoggiato la lista Giallombardo. Ma perché scandalizzarsi? Tutti hanno il diritto di cambiare idea, perfino chi fa informazione, e nessun dogma può imporre ai politici la fedeltà a persone o a progetti su cui non si vuole più scommettere. Giovanni Giallombardo non si era cimentato ancora in questo ruolo che, parliamoci chiaro, anno dopo anno diventa sempre più gravoso e difficile. Gestire economicamente un Comune è una prova titanica, è come mettersi a carico una famiglia di quattro componenti con uno stipendio di 1300 euro che, quanto meno, si sa con certezza su quali entrate si può contare per portare avanti la baracca, mentre sulle entrate del Comune ci si basa più su fumose e aleatorie cifre inserite sui bilanci di previsione di cui, sulle reali possibilità di incassarle, c’è poco da scommettere. Se, come accennava l’ormai ex Sindaco Paolo Martorana, si partirà senza debiti o, come affermava l’assessore in pectore Giuseppe Lanza, con un handicap di massa passiva di 14 milioni e 700 mila euro, sarà il Primo Cittadino ad accertarlo dopo avere aperto la serratura della cassa comunale. Ma ad ognuno la sua pena che, peraltro, ci si infligge quando si decide di correre per una poltrona scomoda e disagevole, soprattutto se ci si trova a governare in paesi del sud. D’altra parte si creerebbe un vulnus, un vuoto istituzionale se nessun cittadino si prendesse la responsabilità e il peso di questo carico. Quindi onore a chi lo fa. Si sceglie di imbattersi in questa esperienza per una forma di narcisismo patologico? Per spirito di servizio? O per gestire, come pensano molti, un potere economico che (francamente) dalle nostre parti ha la stessa fumosità di una moneta virtuale tipo bitcoin? Eppure sentiamo sempre dire: u fannu pi picciuli”, “almeno chiddu 50 si pigghiava e 50 i mittiava a disposizione”. Insomma nell’immaginario collettivo la politica si fa per garantirsi un futuro economico, per gestire affari o peggio ancora (ad alti livelli) per condizionare e trarre vantaggi dai poteri economici. Ma un Sindaco non si giudica solo dall’aspetto economico, perché a volte sono le congetture a favorire o meno il suo percorso e molto spesso ci si può trovare nelle condizioni di raccogliere quanto seminato dai precedenti amministratori o addirittura approfittare del passaggio di un treno chiamato PNNR e salirci sopra o, al contrario, dover pagare il dazio di una guerra in corso o di un una congettura economica mondiale sfavorevole. Un sindaco si misura anche sulla qualità della vita del suo paese, che significa lotta senza quartiere contro il traffico, contro i posteggi selvaggi, contro la fagocitazione dei marciapiedi sottratti ai pedoni. Significa occuparsi della cura del verde e dello spazzamento di TUTTO il territorio. Di una raccolta differenziata che realmente premi i più virtuosi e stimoli anche tramite la Tariffa Puntuale i più riottosi. Sul contrasto all’inciviltà c’è poca speranza e sembra una lotta persa, perché non ci sono premialità che tengano. Il ripristino del Premio Letterario “Giulio Palumbo” rappresenterebbe un segnale forte sulla volontà di riportare al centro la cultura. Per il resto saranno i trasferimenti statali e regionali, una seria lotta ai furbetti che eludono i tributi comunali e un contenimento degli sprechi a decidere se il cammino della legislatura sarà costellato da successi o se si tratterà di un percorso accidentato, minato al suo esordio da trazzere melmose e impraticabili.
Qualche parola la voglio spendere per coloro che si sono visti contrapporre alla lista Giallombardo, quindi ai “perdenti”. A quanto pare non sono bastate le parole concilianti e i toni e le posture “francescane” ad ammaliare e portare a se la maggioranza degli elettori. D’altra parte non è stato dato credito alla “finta” riappacificazione fra Paolo e Pino, anche perchè non si potevano cancellare le parole sferzanti (di natura politica, naturalmente) proferite da Paolo verso lo stesso Pino durante la campagna elettorale del 2017. Purtroppo i giornali locali, i blog, il web e soprattutto You tube non fanno sconti e certe frasi non cadono facilmente nell’oblio, per cui si farebbe bene (durante le competizioni elettorali) a mantenere i toni bassi, infarciti di ipocrisia, e incanalare le diatribe sull’alveo della normale contrapposizione elettorale. Ci hanno provato, ma ormai il dado è tratto. A Paolo si può addebitare la colpa per il tentativo, non andato in porto, di riesumare il corpo di colui che (freudianamente) aveva ucciso, rimanendo contemporaneamente orfano di padre e di madre (municipio). Ma forse sarà anche un bene, perché emancipandosi da essi potrà responsabilmente combattere per la causa della nostra comunità, attraverso l’organo di controllo (Consiglio comunale) e sappiamo che non gli mancano né le capacità, né la sensibilità e nemmeno i mezzi di conoscenza e di esperienza maturata in questi anni.
Non ci rimane che fare gli auguri al nuovo Sindaco, alla sua squadra e a tutti coloro che ci rappresenteranno in Consiglio Comunale
Giuseppe Compagno
nb: ringraziamo Ficarazzi Oggi per la foto di copertina